Che questa cosa te la voglio dire e poi smetterò di pensare che un tempo siamo stati amici.
Perchè mi sale un rigurgito di fiele quando ci penso, quando mi capita per sbaglio di posarmi sulle tue parole.
Per l'uso che hai fatto delle mie, per la cattiveria che mi hai dedicato.
Perchè gli uomini si misurano dalle azioni e tu sei diventato poca cosa.
Forse già lo eri ma per effetto dell'affetto che mi legava a te, non lo vedevo ed era come portare un velo davanti agli occhi.
Invece intessevi trame e orditi e io, nonostante tutto e tutti, continuavo a cercare spiegazioni in nome di quella presunta amicizia.
E' grazie a quelli come te che si diventa cinici.
Magari dovrei ringraziarti per avermi dato il modo di vedere le cose come sono, per avermi fatta emergere dalla nuvoletta rosa dell'illusione.
Invece mi hai defraudata del piacere di stare dentro quella morbidezza d'intenti, l'hai rubata e te ne sei avvolto.
Mentre ci penso mi scende un rivolo di bava, stringo un po' gli occhi, raccolgo l'essenza di tutta la mia rabbia e te la giro, come una ruota.
Perchè prima o poi, ti toccherà raccogliere la tempesta che hai seminato spargendo l'eco delle tue fandonie.
Io, non devo far altro che aspettare.